Che l’esposizione a rumori continui o improvvisi sia una fonte di stress, è fatto arcinoto e documentato da pluridecennali studi scientifici. L’inquinamento acustico nei Paesi europei è al secondo posto tra le maggiori minacce ambientali, scalzato solo dall’inquinamento atmosferico. Tra gli effetti correlati all’esposizione costante a questa sottovalutata forma di stress evidenziamo l’insorgere o l’aggravarsi di patologie cardiache ma pure ipertensione, disturbi del sonno e perfino obesità.
L’edificio progettato e costruito a regola d’arte, quello cioè che tiene conto in ogni suo dettaglio strutturale del benessere di chi lo abiterà, non può dunque rinunciare alle necessarie precauzione per attutire al massimo il rumore a cui tutti siamo più o meno esposti e che proviene dall’esterno (dalla strada) come dall’interno, magari dai propri vicini o addirittura da apparecchiature tecniche quali ascensori, elettrodomestici e fino ai sistemi di riscaldamento.
In primo luogo va tenuto conto del tipo di parete di cui è costituita la casa in analisi, così da scegliere il materiale fonoassorbente adatto. Lo scopo è ridurre al minimo le percentuali di energia sonora che si propagano nell’ambiente attiguo e quelle che sono invece riflesse nell’ambiente d’origine. Un’ottima soluzione è riconosciuta normalmente in pannelli acustici fonoassorbenti caratterizzati da uno spessore adeguato; tali elementi sono composti internamente da due strati di lana di roccia ad alta densità, con interposta una membrana autoestinguente.
L’inarrestabile espansione delle aree abitate causa e causerà sempre più in futuro un aumento del livello di rumore percepito; oggi un’impresa edile o uno studio di architettura che si rispettino posseggono però i know-how necessari per eliminare o per lo meno attenuare sensibilmente l’effetto delle manifestazioni sonore più disturbanti e pericolose.