La casa è per ognuno il rifugio dallo stress del lavoro, il luogo dove bearsi ai piaceri della famiglia, un ambiente indispensabile per ricaricare le energie e affrontare il domani con rinnovata fiducia e vitalità. Tuttavia anche la casa più green, anche quella che vanta tecnologie costruttive all’avanguardia rischia di non risultare un ambiente salubre se non è concepita mediante precisi criteri di isolamento acustico.
Il semplice calpestio del vicino al piano di sopra, il rumore di un impianto interno o quello del traffico proveniente dalla strada possono avere alla lunga effetti negativi sulla salute psicofisica.
Non parliamo di soli effetti sull’apparato uditivo (quali acufene e ipoacusie) ma anche di alterazioni cardiovascolari e arteriose. Le conseguenze del così detto “rumore bianco” incidono anche sulla qualità del sonno, innescando un effetto domino che trascina con se difficoltà di concentrazione, nervosismo e irritabilità.
Tutti ingredienti che rischiano di minare la serenità in famiglia e con gli altri abitanti che condividono il nostro edificio.
Tuttavia nella battaglia contro i rumori molesti della quotidianità possiamo uscirne vincitori grazie a una serie di trucchi e interventi calibrati naturalmente sulle caratteristiche e l’entità reale del problema.
Si pensi, a esempio, al problema di impianti interni che si rivelino disturbanti; chi non si è mai svegliato di notte a causa dell’attivazione di una vecchia caldaia?
Una buona idea è quella di insonorizzarla attraverso una scatola insonorizzante composta di materiale isolante e gesso rivestito. Nel caso di elettrodomestici rumorosi come lavatrici e lavastoviglie una soluzione è quella di programmarne l’accensione nei periodi in cui saremo fuori casa, evitando comunque le ore serali e notturne per scongiurare un consumo energetico che non potrà attingere all’impianto fotovoltaico.
L’impiego ragionato di mobili contro le pareti che trasmettono più rumori, di tappeti al pavimento e di un tendaggio più pesante alle finestre aiutano a migliorare le condizioni acustiche delle stanze.
Rivolgendosi a uno Studio di Progettazione competente il risultato sarà giocoforza ben migliore; il professionista scafato partirà dalla scelta del materiale fonoassorbente ad hoc.
Un’ottima soluzione è riconosciuta normalmente in pannelli acustici fonoassorbenti autoportanti imbustati su polietilene antispolvero con spessore totale di 40 millimetri; tali elementi sono composti internamente da due strati di lana di roccia ad alta densità, con interposta una membrana “viscoelastica” formata da polimeri autoestinguenti.
La questione del calpestio va pure affrontata tenendo conto di pavimenti e muri interni: nei primi verrà inserito uno speciale materassino fonoassorbente, in modo che la pavimentazione “galleggi” su un materiale che funge da ammortizzatore; i secondi saranno trattati con membrane ecocompatibili, fonoisolanti e antivibranti, sia per le pareti divisorie delle unità abitative che in quelle delineanti i locali della propria unità.